Il cardine della sostenibilità è la partecipazione diretta di tutta la comunità locale alla definizione di obiettivi, priorità e linee d’azione relative alle scelte per il proprio territorio. Soltanto in questo modo la nostra città può diventare ricca di luoghi vissuti, amati, assaporati perché ricchi di senso e di significato; può diventare una città più sicura perché ricca di legami tra le persone e con il territorio; una città capace di curare se stessa e di valorizzare ogni diversità. Inoltre, attraverso processi decisionali inclusivi, come sono stati i laboratori di urbanistica nelle frazioni, riteniamo che l’Amministrazione Comunale venga percepita per quello che è: non la controparte bensì il partner, pronta sempre a valorizzare le proposte che vengono dagli abitanti, ma anche a stimolare affinché si ricerchino soluzioni innovative di qualità. Spesso rischiamo di cadere nella sterile lamentela che “così va il mondo” e non possiamo farci niente; oppure rimaniamo chiusi in rivendicazioni molto particolaristiche dei bisogni. L’esperienza fatta insieme crediamo abbia sviluppato nei partecipanti un atteggiamento più positivo; la diversità delle riflessioni e la ricerca di proposte condivise ha certamente aumentato la consapevolezza riguardo alla complessità dei meccanismi decisionali legati agli interventi sul territorio. Nei gruppi di lavoro sono così emerse delle vere proposte per il bene comune e la convinzione che possiamo cambiare qualcosa, ad immagine dei nostri desideri. Le nostre frazioni sono ancora dotate di una forte identità storica; sono ancora dei luoghi dove può essere bello abitare e sentirsi a casa, dove il senso di accoglienza e di appartenenza può diventare il valore aggiunto capace di creare benessere e qualità della vita. Il metodo di lavoro che abbiamo seguito ha prodotto proposte di soluzione che tengono conto di tutti i punti di vista, in un campo che troppo spesso tendiamo a delegare ai tecnici e ai professionisti del settore. Si tratta di piccole mosse, ma condivise; e questa è la loro forza. Ne può scaturire davvero, oltre agli interventi che rispondono a bisogni immediati, un processo di cambiamento culturale, un ripensamento dei valori dominanti, un’opera di decostruzione che ci aiuti a trovare percorsi alternativi, modalità più soddisfacenti e giuste di progettare la convivenza. Luca Gaggioli, Assessore all’Urbanistica ed Edilizia |